Bergamo Brescia 2023: il racconto del logo

akòmi
5 min readDec 17, 2021

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Il logo disegnato da akòmi è stato scelto per rappresentare Bergamo e Brescia, insieme Capitale Italiana della Cultura 2023, fra oltre 50 proposte realizzate da 32 agenzie e professionisti di tutta Italia.
A presiedere la commissione di valutazione l’architetto Antonio Romano, fondatore di Inarea e da più di 40 anni uno dei massimi esponenti della comunicazione visiva in Italia.

Animazione del logo

L’idea progettuale si fonda sull’identificazione di un elemento semplice e lineare, la cui versatilità consente di fargli assumere di volta in volta differenti significati.
La costruzione geometrica è basata sulla curvatura di elementi lineari a spessore costante.
In prima battuta si nota che la forma principale è ispirata alla lettera B, iniziale condivisa dalle due città che per la prima volta diventano duplice Capitale italiana della Cultura.

Collocato vicino alle cifre 2, 0 e 2, però, il pittogramma rosso viene percepito come un 3 e va così a completare il 2023, anno delle celebrazioni e dello slancio culturale di Brescia e Bergamo.
Uno slancio enfatizzato da una delle prime forme che possiamo ritrovare nel tratto rosso: una molla elastica, che spinge Bergamo e Brescia al di sopra dei luoghi comuni che da sempre le accompagnano. Città laboriose, di gente pragmatica e vocata al sacrificio, ma che solo pochi anni fa forse nessuno pensava potessero diventare capitali culturali del nostro Paese.

Il marchio è pensato per essere introdotto nella versione comprensiva dell’anno 2023 in grafica — per costruire l’attesa e celebrare il riconoscimento — per poi spogliarsi progressivamente delle cifre e lasciare spazio al solo segno grafico, che potrà continuare a vivere e rappresentare i temi della cultura a Bergamo e Brescia anche negli anni successivi.

Evoluzione del logo nel tempo
Evoluzione del logo nel tempo

Nell’immaginario di tanti, bresciani e bergamaschi sono spesso concepiti come gente semplice e lineare, che “si piega ma non si spezza”, proprio come l’emblematico tondino che può venire in mente pensando alle due città. Perché se a Brescia se ne produce in quantità, a Bergamo se n’è sempre fatto ampio uso.

Ma lo stereotipo del tondino, adesso, diventa il simbolo della resilienza di due città che hanno sopportato per prime un carico fisico ed emotivo pesantissimo. Un carico che le ha fatte curvare, ma sotto al quale non hanno mai ceduto. Una pressione che ha legato ancora di più due città che stavano già lavorando a un percorso condiviso, per scrollarsi di dosso tanti luoghi comuni, a partire da quello di un’accesa rivalità che, forse, alle volte hanno solo messo in scena senza crederci poi fino in fondo.
Ecco allora che il segno grafico, moltiplicato e ruotato, diventa la rappresentazione di un abbraccio fra persone stilizzate, di cui dall’alto vediamo la testa e le braccia.

Presa singolarmente e inserita in nuovi contesti, la lettera B del marchio diventa tanto altro ancora: è un infermiere, che esulta con le braccia al cielo perché il virus è stato sconfitto… è una ballerina che danza leggiadra in punta di piedi in un teatro finalmente pieno… è un homo preistorico di un’incisione rupestre — volgarmente un “pitoto” — simbolo del primo sito Unesco riconosciuto in Italia, proprio nelle montagne dove Bergamo e Brescia si incontrano.

La cultura in queste terre parte da lontano e oggi torna con più energia, passando anche attraverso le scienze e le tecnologie. E allora la B diventa anche una resistenza elettrica e un alambicco di un centro di ricerca… quante risorse e quante sorprese in un piccolo semplice tratto rossoquante risorse e quante sorprese in due piccole, illuminate, città del nord Italia!

Occorreva proprio che qualcuno accendesse i riflettori e ci aiutasse a farle vedere sotto una luce diversa. Quella della ragione, dell’intelletto, di un’idea, della “città illuminata”, per l’appunto, che è il tema dell’edizione 2023 della Capitale Italiana della Cultura.
Ecco, ora nel tratto curvilineo si vede anche il filamento di una lampadina o una barra di led che illumina e traccia il nuovo corso di Brescia e Bergamo.

Il segno rosso potrà essere completato da ulteriori forme e arricchirsi di nuovi significati, anche con un invito, rivolto agli studenti delle scuole, a seguire gli esempi già proposti.

Una delle tecniche che più ci piacerebbe esplorare per valorizzare la versatilità del logo è quella del light painting: la B allora potrebbe diventare un segno luminoso di vita, un lampo gioioso sui cieli di Brescia e Bergamo, che ci ricordi sempre quanto siamo capaci di risplendere!

Esempi di applicazione

Grazie alla sua versatilità, il logo può essere realizzato in rilievo, in foratura, in taglio, su agende, biro, shopper, bustine di zucchero, spille, per la realizzazione di gadget: il suo dualismo ci permette di smontare e ricomporre il marchio a seconda delle esigenze.

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