Bergamo Brescia 2023, l’A’ Design Award & Competition premia il logo di Capitale Italiana della Cultura
Mercoledì 19 luglio si è tenuta la gala night dell’edizione 2022–2023 del concorso internazionale, con il prestigioso riconoscimento per il nostro progetto d’identità visiva che, da gennaio, accompagna gli eventi di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura.
Serata di gala e di applausi per il logo che la nostra agenzia ha realizzato per Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Il progetto visivo si è aggiudicato il Silver A’ Design Award nella categoria “Graphics, Illustration and Visual Communication” per l’edizione 2022–2023 del concorso, riconosciuto come uno dei più importanti ed autorevoli premi internazionali per il design, che punta a riconoscere e promuovere il “buon design”. Si tratta di una delle più importanti vetrine internazionali, che nel corso delle 15 edizioni ha visto oltre 60.000 progetti candidati da 180 Paesi del mondo.
Non c’era modo migliore, quindi, per celebrare il “giro di boa” dell’anno di Capitale Italiana della Cultura 2023. Era gennaio quando compariva accanto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’inaugurazione al Teatro Grande. Da allora, ci ha accompagnato in decine di eventi tra le due province ed è arrivato anche sull’etichetta della prima birra artigianale (Riversa) e del primo vino (Tenuta La Vigna) dedicati all’anno di Capitale della Cultura.
E poi ci sono stati i premi. Nelle competizioni in cui è stato presentato, il logo è sempre stato apprezzato dai componenti delle diverse giurie, risultando tra i vincitori del Wolda, del premio Mediastars — con due Special Stars per l’Art Direction e per il Graphic Design — ed ora anche dell’A’ Design Award and Competition, guadagnandosi così la pubblicazione nel Museum of Design.
Molti ne hanno parlato e talvolta si è acceso un vero e proprio dibattito, come spesso capita in situazioni analoghe. Tuttavia, ci sono alcuni dati oggettivi che possono aiutare a comprendere perché, a livello tecnico, il progetto abbia ottenuto così tanti riconoscimenti.
Abbiamo già descritto l’idea progettuale, i molteplici significati del logo e le possibili declinazioni. Quello che non abbiamo ancora raccontato è la sua genesi e le ragioni di alcune scelte che hanno portato, poi, alla nascita del logo per come lo conosciamo, con caratteristiche tecniche valutate e apprezzate nelle diverse competizioni.
Come sono stati scelti i colori? Perché ci siamo orientati su un segno grafico piuttosto che su un bene culturale?
Vogliamo cogliere l’occasione del Silver A’ Design Award per approfondire alcuni aspetti progettuali e svelare qualche curiosità.
Capitale della Cultura 2023: dal brief al progetto
Normalmente, la realizzazione di un logotipo e, più in generale, di un progetto d’identità visiva è la sintesi tra le indicazioni del committente e la creatività di chi lo disegna. Così è stato nel caso di Capitale della Cultura. Le nostre scelte sono state orientate in parte dal brief fornito dalle amministrazioni e in parte dal contesto che ha portato Bergamo e Brescia a diventare, insieme, Capitale Italiana della Cultura.
Quando siamo partiti, dunque, non avevamo davanti solo un foglio bianco, ma anche delle indicazioni molto precise, contenute nell’avviso pubblicato a settembre 2021 dai due Comuni di Bergamo e Brescia per individuare chi avrebbe realizzato l’identità visiva.
Il progetto, inoltre, presentava dei vincoli dettati dal contesto che ha portato Bergamo e Brescia a diventare, per la prima volta, una Capitale condivisa da due città distinte (e — ammettiamolo — da sempre anche un po’ rivali, per via della vicinanza geografica e delle tante similitudini).
Un logo per due città
La condivisione del titolo di Capitale fra due città è stato sicuramente il vincolo più forte, quello che ha escluso una delle più classiche strade progettuali praticabili per un marchio di un evento di questo tipo: la stilizzazione di un forte elemento simbolico — monumentale o artistico — non era a nostro avviso una soluzione praticabile, perché avrebbe fatto un torto a una delle due città. Qualcuno potrebbe dire che si sarebbe anche potuto ricorrere a due o più simboli di entrambi i territori, ma, quando si parla di identità e di sintesi, riteniamo che la regola del less is more sia sempre vincente. Il nostro obiettivo diventava quindi la ricerca di un nuovo simbolo, inedito e condiviso, sotto il quale le due città, insieme, potessero riconoscersi.
La dicitura indicata dal ministero, «Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura», ci ha portato a ricercare innanzitutto questo simbolo astratto nella lettera iniziale che accomuna le due città e a sperimentare alcune elaborazioni grafiche su questo tema.
Un conferimento inusuale
Un’altra “anomalia” dell’edizione 2023 di Capitale Italiana della Cultura è stata la mancanza di una vera e propria fase di competizione e selezione con altre candidature. Il riconoscimento ottenuto da Bergamo e Brescia è infatti frutto non solo di un percorso culturale congiunto — indubbiamente ricco di contenuti e progettualità — ma anche del passo indietro generosamente fatto da tutte le altre città potenzialmente in gara, che hanno deciso di rinviare di un anno la loro candidatura, offrendo così una grande occasione di rinascita e riscatto alle due città che per prime e più di tutte avevano dovuto affrontare l’emergenza Covid-19.
Potrà sembrare un elemento secondario, ma in realtà questo nobile gesto ha determinato la mancanza di coinvolgimento della cittadinanza nella prima fase del percorso di candidatura, quella che solitamente accende una sana competitività e il desiderio diffuso di aggiudicarsi il riconoscimento. Per questo motivo la campagna di lancio del logo è stata accompagnata dal claim «Siamo Capitale Italiana della Cultura 2023» nato dall’intuizione dei project manager di Bergamo Brescia 2023. La prima persona plurale del verbo essere si riferisce sì alle due città, ma soprattutto a tutti i cittadini dei due territori, invitati a sentirsi parte del prestigioso riconoscimento, perché essere Capitale è un patrimonio della collettività.
Dalla candidatura al riconoscimento
Ci preme ricordare come quasi sempre il logo di candidatura per Capitale Italiana della Cultura sia un logo provvisorio, spesso realizzato “in economia” con il solo fine di accompagnare il dossier (e i cittadini) fino alla fase di selezione, per poi lasciare il posto al segno ufficiale, solitamente frutto di una gara pubblica, da effettuare in caso di assegnazione del titolo. La stessa cosa avviene per i grandi eventi come le Esposizioni Universali o le Olimpiadi.
Bergamo e Brescia, invece, si sono trovate subito a cimentarsi con il logo definitivo, oltretutto da rilasciare in tempi piuttosto ristretti. È in questo scenario che ci siamo chiesti se il logo potesse in qualche modo supplire al fatto che le due città avessero bruciato le tappe e contribuire anch’esso a costruire un senso di coinvolgimento e attesa.
Un logo evolutivo
La sfida è stata quella di costruire un logo dinamico, che potesse cambiare nel tempo al cambiare delle esigenze comunicative. Da qui è nata l’idea di dichiarare, nella prima versione del logo, l’anno delle celebrazioni e farlo diventare elemento predominante del marchio, anziché indicarlo come da prassi in coda alla parte testuale del marchio. Il bando di gara è stato infatti pubblicato nella seconda metà del 2021, a più di un anno di distanza dall’inaugurazione, ed era nostra intenzione costruire un’attesa condivisa verso un anno così importante e generare consapevolezza nel territorio coinvolto.
Le caratteristiche del logo di Capitale della Cultura 2023
Tornando al brief fornito dalle amministrazioni, al progetto veniva richiesto di caratterizzarsi:
- per la valenza simbolica dell’evento, sottolineando in particolare la rinascita delle due realtà dopo la pandemia;
- per poter essere utilizzato lungo un arco temporale significativo che dovrà andare oltre il termine dell’anno previsto per Capitale della Cultura
Per quanto riguarda la valenza simbolica, l’idea di partenza è ispirata al tondino metallico, simbolo del carattere operoso e della tenacia di bresciani e bergamaschi. Nella costruzione per curvatura di questo elemento lineare è racchiuso il significato principale del logo, che parte dallo stereotipo per aprirsi a nuovi significati. Ecco allora che il tondino, curvato, si trasforma in una molla metallica, simbolo del rilancio, dopo il peso dell’emergenza Covid-19, e del dinamismo delle due città.
Il fatto che al logo venisse richiesto di poter essere utilizzato oltre la scadenza temporale dell’anno 2023, ci ha convinto ancora di più che l’intuizione di un logo evolutivo fosse la strada giusta da percorrere.
L’avviso per la selezione del logo dava indicazioni molto puntuali anche sulle caratteristiche che avrebbe dovuto soddisfare la proposta progettuale. Riportiamo di seguito alcuni stralci del bando e le modalità con cui abbiamo pensato di assolvere alle diverse richieste.
Semplicità e chiarezza interpretativa
«L’immagine dovrà rispondere a caratteristiche di novità, pur nel rispetto della tradizione, di semplicità e di chiarezza interpretativa»
Alla base dell’approccio progettuale ci sono una costruzione geometrica essenziale, pulizia e linearità. La scelta del font è coerente: semplice e di elevata leggibilità, anch’esso con spessori costanti ed estremità arrotondate.
Riconoscibilità
«Riconoscibilità, ossia capacità di identificare con chiarezza l’evento Capitale della Cultura 2023 e di essere facilmente memorizzato»
L’elemento più caratterizzante del marchio è il dualismo del segno grafico, interpretabile sia come cifra 3, richiamo all’anno di Capitale, che come lettera B, iniziale comune alle due città.
Aderenza all’identità
«Aderenza rispetto all’identità delle Amministrazioni comunali»
Non potendo usare i simboli di una o dell’altra città o tantomeno fare dei patchwork, come elemento di identità sono stati scelti i colori dei due emblemi comunali, che derivano dalla scomposizione delle tinte dei due loghi istituzionali.
Il giallo è il colore predominante dello stemma di Bergamo, mentre l’azzurro rimanda alla città di Brescia, così come il blu, presente però anche nel marchio della Città dei Mille. Il rosso è infine il colore comune, che unisce le due città e ne rappresenta la vitalità.
Flessibilità
«Flessibilità, ossia adattabilità in un sistema articolato di applicazioni»
La semplicità e la versatilità del segno rosso consentono di evocare diverse suggestioni e di esser completato e declinato in tante altre forme, diventando trait d’union tra gli eventi che costellano tutto il programma di Capitale della Cultura.
Il suo tratto antropomorfo lo rende empatico e gli consente di interpretare diversi ruoli.
Inoltre, in linea con il tema della città illuminata, richiamo alla cultura delle scienze e delle tecniche, nella B di Brescia e Bergamo si nascondono anche una resistenza elettrica, un alambicco e il filamento di una lampadina.
Applicazioni
«Flessibilità nell’applicazione ai diversi strumenti che si renderanno necessari per comunicare i molteplici eventi»
In risposta all’avviso pubblico, abbiamo declinato il logo inserendolo in diversi strumenti necessari per comunicare arti visive ed espositive, eventi culturali, teatrali, multimediali, produzioni destinate al pubblico da remoto, progetti editoriali, segnaletica, strumenti promozionali e di merchandising.
In questo ambito abbiamo anche sviluppato la nostra proposta di arredo dello spazio urbano, immaginando un’installazione che facesse vivere il logo all’interno delle città.
E ora cosa ci aspetta?
Anche se molti si sono affezionati alla declinazione variopinta del logo in edizione 2023, in determinate applicazioni è già stata introdotta la versione evoluta del marchio, spogliato delle cifre, così da poter “invecchiare” meglio e accompagnare gli eventi culturali di Bergamo e Brescia negli anni a venire.
È ad esempio il caso del merchandising ufficiale BGBS2023, di prossima commercializzazione, che combina entrambe le versioni del brand di Capitale della Cultura su una serie di svariati articoli da regalo, fra i quali spicca anche una collezione monumentale, caratterizzata da una selezione di simboli delle due città, stilizzati in illustrazioni che riprendono gli iconici tratti dell’identità visiva di Bergamo Brescia 2023.